Dopo il passaggio alla Camera e in Senato, il cosiddetto Decreto Sud è diventato ufficialmente legge. Infatti, il testo contenente disposizioni urgenti per il rilancio economico delle aree del sud Italia del Paese è stato finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 16 novembre.
Con questo provvedimento si è decisa l’istituzione della ZES unica, ovvero di una Zona Economia Speciale per il Mezzogiorno che è in vigore dal 1° gennaio 2024 ed avrà lo scopo di rendere le regioni meridionali più idonee alla crescita e sviluppo del sistema produttivo. In aggiunta, ci saranno nuove assunzioni nelle Regioni, nei Comuni e al Dipartimento per le Politiche di Coesione.
Andiamo allora comprendere nel dettaglio come funziona il Decreto Sud e quali vantaggi avrà per le zone più svantaggiate del Paese.
Cos’è il Decreto Sud
La legge n.124/2023, anche conosciuta come Decreto Sud contiene “disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione”. L’iter di conversione è terminato con l’approvazione in Senato del 9 novembre scorso e seguente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Si tratta di un intervento che ha l’obiettivo primario di favorire interventi e investimenti per promuovere lo sviluppo del territorio delle Regioni del sud Italia. Uno degli interventi principali prevede la creazione di una particolare zona (ZES) nella quale le aziende che svolgono attività imprenditoriali possono usufruire di speciali condizioni di merito per lo sviluppo d’impresa.
La ZES unica però è soltanto una delle azioni previste dal Decreto Sud che è invece molto più articolato. Vediamo quali sono le novità introdotte dal provvedimento.
La ZES unica
Il Decreto Sud ha previsto la composizione di una nuova Zona Economia Speciale per il Mezzogiorno, conosciuta come ZES unica, la quale è attiva dal 1° gennaio 2024. Quest’area include i territori delle Regioni Basilicata, Abruzzo, Campania, Calabria, Puglia, Molise, Sicilia e Sardegna.
La ZES è dunque una parte delimitata di territorio nazionale in cui l’esercizio delle attività imprenditoriali ed economiche per le società attive e quelle che apriranno può beneficiare di particolari condizioni per quanto riguarda investimenti e attività di sviluppo.
La nuova ZES andrà a sostituire le attuali 8 Zone Economiche Speciali previste per i territori del sud Italia (Campania, Calabria, Abruzzo, Adriatica Interregionale Puglia-Molise, Ionica Interregionale Puglia-Basilicata, Sicilia Occidentale, Sicilia Orientale e Sardegna).
Il pianto strategico della ZES unica avrà una durata di 3 anni e definirà la politica di sviluppo di questa nuova area, differenziando per le varie Regioni i settori da promuovere con urgenza e gli investimenti prioritari, nonché le rispettive modalità di attuazione.
Secondo quanto stabilito dal Decreto Sud la ZES unica dovrà essere gestita da una cabina di regia composta ad hoc e da un’apposita piattaforma digitale. Tale cabina di regia sarà istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri a cui sono assegnate funzioni di coordinamento e monitoraggio della nuova ZES. Inoltre, viene composta una Struttura di missione per la ZES con una durata complessiva di 3 anni che darà supporto all’autorità politica delegata in materia di ZES.
All’interno dell’area ZES le imprese già istituite e quelle che si insedieranno sui territori avranno l’opportunità di godere di alcuni benefici:
- Autorizzazione unica per l’inizio delle attività produttive;
- Fino al 2026 sarà riconosciuto un credito d’imposta secondo una misura massima prevista dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 per l’acquisto di strumenti nuovi da destinare alle strutture di produzione;
- Gestione digitale semplificata di tutte le attività tramite una piattaforma specifica.
Assunzioni nelle Regioni e nei Comuni del Mezzogiorno
Per rafforzare le capacità amministrative delle regioni meridionali, dei Comuni e delle provincie e per favorire le funzioni di coordinamento nazionale del Dipartimento per le Politiche di Coesione, dal 1° gennaio 2024 tali amministrazioni politiche hanno la facoltà di assumere con contratti a tempo indeterminato personale non dirigenziale che sarà inquadrato nel livello iniziale area funzionari inclusa nel contratto collettivo nazionale di lavoro 2019-2021. Il limite massimo di assunzioni prevista dal Decreto Sud è di 2.200 unità, 71 delle quali sono destinate al suddetto Dipartimento.
Questo reclutamento è svolto secondo i limiti assunzionali prevedibili al 1° gennaio 2030, secondo la dotazione delle amministrazioni richiedenti al momento di entrata in vigore del decreto.
Programmazione Fondo Sviluppo e Coesione
Il Decreto Sud ha confermato che le risorse complessive del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) per il periodo 2021-2027 dovranno sostenere interventi per lo sviluppo del Mezzogiorno così suddivisi:
- 80% nelle zone del sud Italia;
- 20% nelle aree del Centro-Nord Italia.
Questa ripartizione delle risorse economiche avviene per opera del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile e su proposta del Ministro per gli affari europei. Inoltre, viene interpellata la cabina di regia FSC e tali risorse sono destinate soltanto alle amministrazioni centrali, Regioni e province autonome.
Fondi residui
Il nuovo decreto per il Mezzogiorno ha introdotto la possibilità che gli interventi sostenuti dagli Accordi per la coesione siano finanziati anche con le risorse complementari dei programmi 2014-2020 che non risultano essere state impegnate e con le risorse provenienti dai rimborsi europei e dal cofinanziamento nazionale.
Cabina di regia per lo sviluppo aree interne
Il Decreto Sud ha istruito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri una cabina di regia per lo sviluppo delle aree interne. Nello specifico, è un organo collegiale presieduto dal Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione, il Sud e il PNRR e formato da diversi ministeri, Regioni ed enti locali.
L’obiettivo della cabina di regia è garantire la sostenibilità ed efficacia nel tempo della strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne del Paese. Tutto questo coerentemente con l’accordo di partenariato per l’uso dei fondi con obiettivo strutturale destinati all’Italia per il periodo di programmazione 2021-2027.
Contratti istituzionali di sviluppo
Il Governo ha inserito nel decreto anche la stipula di contratti istituzionali di sviluppo che vanno ad affiancarsi ai tradizionali contratti di sviluppo. Questa tipologia è stata pensata per la messa in opera di interventi di valore non inferiore a 200 milioni di euro e di valore unitario che non sia al di sotto delle soglie indicate nell’art. 14 del Decreto Legislativo n. 36 del 31 marzo 2023.