Pensioni 2023: come accedere al Bonus Maroni

Per i lavoratori che decidono di rimanere al lavoro e non andare in pensione è stato introdotto il cosiddetto Bonus Maroni, una sorta di premio per coloro che rinviano il pensionamento anche se hanno già maturato i requisiti per l’accesso a Quota 103. Tale misura è stata inserita nella Legge di Bilancio 2023 approvata a dicembre 2022.

Questo è un incentivo molto simile a quello che era già stato attivato dal 2004 al 2007 ed assicura un aumento di stipendio netto per le persone che scelgono di posticipare l’uscita dal lavoro. Andiamo quindi a comprendere meglio come funziona il Bonus Maroni 2023 e chi può aderirvi.

Cos’è il Bonus Maroni 2023

Il Bonus Maroni 2023 non è altro che uno sgravio contributivo che viene attribuito ai lavoratori che, anche avendo raggiunto i requisiti per la pensione con Quota 103, decidono volontariamente di continuare a lavorare. Questo esonero corrisponde al 9,19% del totale complessivo dei contributi da versare e la somma corrispondente come contribuzione a carico del lavoratore non andrà all’INPS ma sarà inglobata nello stipendio netto. Dunque, nei fatti si riceve una retribuzione più alta.

Tale beneficio è stato inserito nell’art. 1, commi 286-287 della Legge di Bilancio 2023 ed è disciplinato dal Decreto del 21 aprile 2023. L’agevolazione è stata definita Bonus Maroni poiché ha lo stesso nome di un contributo simile varato nel 2004 dall’allora Ministro per il Walfare Roberto Maroni.

Per la reintroduzione di questo incentivo il Governo Meloni ha già previsto che le minori entrate contributive all’INPS (che corrispondono al costo della misura) saranno di 10,4 milioni di euro nel 2023 e 21,8 milioni di euro nel 2024.

A chi è rivolto il Bonus Maroni 2023

Il Bonus Maroni 2023 è pensato per quei lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato che, pur essendo in possesso dei requisiti per la pensione anticipata con Quota 103 entro il 31 dicembre 2023, preferiscono rinviare la propria uscita dal mondo del lavoro, attendendo il pensionamento con il trattamento di vecchiaia ordinario, cioè a 67 anni e 20 anni di contributi.

È bene ricordare che Quota 103 è il nuovo meccanismo flessibile di uscita presente anch’esso nella Legge di Bilancio 2023. La richiesta di adesione è aperta dal 15 marzo e possono usufruirne i lavoratori che entro il 31 dicembre 2023 hanno compiuto 62 anni di età e hanno versato almeno 41 anni di contributi. Secondo le stime del Governo, il Bonus Maroni potrà essere impiegato da circa 6.500 persone nel 2023.

Come funziona il Bonus Maroni

I lavoratori dipendenti che hanno i requisiti per aderire a Quota 103 hanno la facoltà di rinunciare all’accredito dei contributi a carico che servono al finanziamento dell’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti. Tali contributi sono quindi trattenuti dal datore di lavoro nella busta paga e sono calcolati applicando una specifica aliquota alla retribuzione imponibile ai fini previdenziali.

Con la rinuncia il datore di lavoro non ha più l’obbligo di versare all’INPS la quota dei contributi per conto del dipendente, a partire dalla prima data utile per il pensionamento prevista dalla normativa vigente. Quindi la somma equivalente alla quota di contributi carico dipendente che prima il datore dava all’INPS viene interamente versata al lavoratore. Quest’ultimo potrà così godere di un incremento dell’ammontare netto della busta paga.

Come inoltrare la richiesta per il Bonus Maroni

Secondo quanto sancito dal Decreto del 21 aprile 2023, si potrà dare domanda per il Bonus Maroni tramite l’INPS che, entro l’estate, dovrà pubblicare specifiche indicazioni. Nel Decreto però viene specificato che:

  • Il lavoratore deve Comunicare all’INPS la volontà di aderire all’incentivo;
  • L’INPS deve impegnarsi nel certificare al lavoratore, attraverso comunicazione al datore di lavoro, l’ottenimento dei requisiti minimi per l’ccesso alla pensione anticipata flessibile entro un mese dalla richiesta;
  • Ricevuta la certificazione, il datore di lavoro si occuperà dell’eventuale recupero delle contribuzioni pensionistiche già versate.

Per avere maggiori notizie sulle modalità di inoltro della richiesta del Bonus Maroni non resta che attendere circolari e comunicazioni che l’INPS provvederà ad emettere nelle prossime settimane.

Pro e contro del Bonus Maroni

In apparenza un trattamento come il Bonus Maroni può apparire molto conveniente, ma è bene fare alcune precisazioni in merito alla decisione di lasciare anticipatamente il lavoro in questo modo. Infatti, è vero che il lavoratore andrà a percepire da subito uno stipendio più elevato rispetto a prima, ma è altrettanto vero che la persona interessata si vedrà riconoscere una pensione meno sostanziosa, anche se di poco.

Il lavoratore che ha i requisiti per la pensione anticipata e vuole continuare a lavorare può usufruire della decontribuzione in busta paga, ma accetterà l’importo della pensione che avrà maturato fino a quel momento. Ciò avviene perché i contributi versati ai fini pensionistici nel periodo nel quale si sceglie di restare a lavoro non vanno ad aumentare il montante, ovvero la somma totale dei contributi accumulati negli anni che andranno a comporre poi la sua pensione.

Invece per il datore di lavoro non cambia nulla poiché dovrà continuare a versare la stessa retribuzione all’INPS, inclusi i contributi previdenziali. Per l’azienda l’unica differenza è che con il Bonus Maroni 2023 questi versamenti non andranno nelle casse dell’INPS, ma nella busta paga del dipendente. Per finire, è utile specificare che nel corso del periodo di posticipo della pensione, non si prenderanno in considerazione gli adeguamenti periodici di rivalutazione secondo l’inflazione.