Per i dipendenti coinvolti in un rapporto di lavoro, è l’azienda a provvedere al pagamento dei contributi previdenziali che sono utili per avere poi diritto alla pensione. Nel corso della vita, però, può accadere che, per cause estranee o meno alla volontà dei lavoratori, si possano interrompere le attività lavorative.
Nei casi di cessazione del rapporto di lavoro ovviamente i contributi non vengono più erogati in favore del lavoratore, ma quest’ultimo ha comunque l’opportunità di ricevere dall’INPS l’autorizzazione a poter versare volontariamente i contributi, definiti volontari, oltre a quelli già accumulati per raggiungere il diritto alla pensione.
Oggi possono provvedere al pagamento di tali contributi volontari tutti i cittadini lavoratori che non hanno più in vigore un contratto di lavoro. Ecco allora tutto quello che bisogna sapere sull’argomento per non farsi trovare impreparati.
Chi ha diritto a versare i contributi volontari INPS
I contributi volontari possono essere pagati, previa autorizzazione dell’INPS, per coprire specifici periodi nei quali il lavoratore non sta intrattenendo alcun rapporto di lavoro. In queste fasi la persona non deve svolgere alcuna mansione lavorativa, né di tipo dipendente subordinato che di tipo autonomo.
In questo caso fanno eccezione esclusivamente i contratti part-time. Infatti, per i lavori in part-time orizzontale o verticale, si ha diritto al versamento dei contributi volontari. Inoltre, hanno la possibilità di richiedere l’autorizzazione all’INPS soltanto le seguenti categorie di soggetti non lavoranti:
- Lavoratori autonomi o dipendenti iscritti all’INPS oppure ad altre forme di previdenza sociale;
- Dipendenti parasubordinati che non siano iscritti alla Gestione Separata INPS oppure ad altre tipologie di previdenza obbligatoria;
- Liberi professionisti non iscritti alla propria Cassa di Previdenza o ad altre forme di previdenza sociale obbligatoria;
- Lavoratori appartenenti ai fondi speciali di previdenza (personale di volo, elettrici, telefonici) non iscritti ai propri Fondi o ad altro tipo di previdenza obbligatoria;
- Titolari di assegno di invalidità o di pensione indiretta (reversibilità o ai superstiti).
I requisiti e le condizioni di accesso
Per avere l’autorizzazione INPS i lavoratori interessati devono essere in possesso di un minimo di 5 anni di contributi (260 contributi settimanali) indipendentemente da quale sia la collocazione temporale dei contributi versati. In alternativa, il lavoratore deve avere almeno 3 anni di contributi versati nei 5 anni antecedenti la data di inoltro della domanda.
È dunque evidente che non tutti possono richiedere il pagamento dei contributi volontari. Per quanto riguarda invece il metodo di calcolo della contribuzione, questo varia secondo le differenti categorie di lavoratori.
- Lavoratori dipendenti: l’ammontare del contributo da pagare è settimanale ed è calcolato secondo le ultime 52 settimane di contribuzione obbligatoria, anche se non appartenenti all’anno precedente alla data di invio della domanda;
- Lavoratori autonomi: in questo caso l’importo del contributo è mensile ed è stabilito sulla base della media dei redditi da impresa dichiarati ai fini Irpef negli ultimi 36 mesi di contributi antecedenti la data di presentazione della domanda;
- Coltivatori diretti: l’importo del contributo è settimanale ed è deciso dalla media dei redditi dichiarati negli ultimi 3 anni di lavoro. In generale, non potrà essere inferiore a quello pensato per i lavoratori dipendenti.
La retribuzione minima settimanale secondo la quale eseguire il calcolo dei contributi volontari INPS per l’anno 2023 è di 227,18 euro, in aumento rispetto alla cifra prevista per il 2022. Conseguentemente è in aumento anche la prima fascia retributiva annuale oltre la quale si va ad applicare l’aliquota aggiuntiva dell’1%.
A proposito di aliquote, per i soggetti autorizzati fino al 31 dicembre 1995 il suo valore è del 27,87%. Invece per i soggetti autorizzati dopo il 31 dicembre 1995 l’aliquota è del 33%.
Come fare domanda ed quando pagare
Una volta che l’INPS ha dato la propria autorizzazione al versamento dei contributi volontari, è possibile pagare secondo le scadenze indicate dall’Istituto. Quindi l’INPS provvederà ad inoltrare gli appositi bollettini di pagamento per espletare l’operazione.
Non è possibile saldare in un’unica soluzione, ma soltanto secondo delle rate trimestrali con puntuali tempistiche:
- Il primo trimestre deve essere pagato entro il 30 giugno
- Il secondo trimestre deve essere pagato entro il 30 settembre
- Il terzo trimestre deve essere pagato entro il 31 dicembre
- Il quarto trimestre deve essere pagato entro il 31 marzo dell’anno seguente
Chi fosse interessato ad ottenere l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari deve inviare l’apposita domanda per via telematica tramite il portale ufficiale dell’INPS. Basterà accedere al servizio Pensione e Previdenza – Contributi volontari. Per farlo, è però necessario disporre di credenziali SPID, CIE o CNS. In cosa di difficoltà, è sempre possibile affidarsi ad enti intermediari come i patronati.