Contratto a chiamata: cos’è e come funziona

Il contratto a chiamata, anche noto come contratto intermittente, è una categoria di contratto di lavoro subordinato che disciplina le prestazioni lavorative di tipo discontinuo. Infatti, questo genere di lavoro alterna periodi di tempo nei quali si lavora, ad altri nei quali si è inattivi e ci si mette a disposizione del datore per offrire la propria attività secondo necessità.

Anche definito “job on call”, con il contratto a chiamata c’è quindi la possibilità di svolgere prestazioni lavorative in momenti prestabiliti della settimana, del mese o dell’anno. È una tipologia contrattuale utilizzata soprattutto nel settore alberghiero, turistico e della ristorazione o anche nel mondo dello spettacolo, in quanto la sua flessibilità consente di andare incontro alle esigenze delle aziende che operano in tali ambiti.

La disciplina di riferimento è presente all’interno del Decreto Legislativo 15 giugno 2015, n. 81, il quale stabilisce anche i casi di utilizzo di questi contratti in mancanza di una contrattazione collettiva. Possono accedere al contratto a chiamata i lavoratori di età inferiore ai 24 anni, a patto che le prestazioni siano svolte entro il 25° anno ed i lavoratori di età superiore ai 55 anni.

È bene dire che il contratto a chiamata necessita della forma scritta per provare i seguenti elementi:

  • Durata e ipotesi che permettono la sottoscrizione del contratto a chiamata;
  • Luogo e modalità di disponibilità che non può essere al di sotto del giorno lavorativo;
  • Trattamento normativo ed economico che spetta al lavoratore per il lavoro svolto e indennità di disponibilità, se prevista;
  • Modalità e forme con le quali il datore ha facoltà di richiedere l’esecuzione della prestazione, così come le modalità di rilevazione della stessa;
  • Modalità e tempi di pagamento della retribuzione:
  • Misure di sicurezza secondo il tipo di attività da svolgere.

Ore di lavoro e paga minima prevista per il contratto a chiamata

Il contratto di lavoro a chiamata o intermittente è ammissibile per un periodo al massimo di 400 giornate complessive durante 3 anni solari. Se si supera questa durata, il contratto viene convertito in un rapporto a tempo indeterminato. Tale limite però non viene applicato ai settori del turismo, dei pubblici esercizi e dello spettacolo.

Al lavoratore a chiamata spetterà il medesimo stipendio e trattamento previdenziale di un dipendente di pari ruolo con contratto di lavoro subordinato ordinario. La retribuzione versata è proporzionata ai giorni di lavoro effettivi e oltre allo stipendio mensile sono anche previsti i permessi retribuiti, le ferie, tredicesima, quattordicesima e TFR. Ciascun elemento è comunque calcolato secondo il numero di ore lavorate effettivamente.

Tipologie di contratti a chiamata

Il contratto a chiamata può essere di due categorie:

  • Con obbligo di disponibilità: il lavoratore contrattualmente si impegna ad assicurare al datore la disponibilità a rispondere alle chiamate. Dunque, nei periodi nei quali non sarà operativo, il lavoratore deve restare a disposizione ed in cambio otterrà l’indennità di disponibilità, il cui ammontare è definito dai contratti collettivi e non sarà mai al di sotto dell’importo stabilito dal decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. L’eventuale rifiuto non giustificato nel rispondere ad una chiamata può rappresentare motivo di licenziamento e causare la restituzione dell’indennità di disponibilità relativa al periodo seguente al rifiuto;
  • Senza obbligo di disponibilità: il lavoratore in questo caso non ha l’obbligo di accettare la chiamata del datore e ha la possibilità di scegliere se accettare o meno. Tale soluzione comporta la rinuncia alla relativa indennità di disponibilità.

Settori nei quali si utilizzano i contratti a chiamata

Questa forma di contratto di lavoro può essere impiegata in qualunque settore lavorativo privato per attività di tipo discontinuo. Nel complesso si tratta di 45 categorie occupazionali, differenti tra di loro, ma anche abbastanza obsolete in diversi casi. Ecco alcune di quelle principali:

  • Guardiani, custodi e personale di sorveglianza;
  • Magazzinieri;
  • Fattorini;
  • Centralinisti;
  • Receptionist d’albergo;
  • Personale addetto ai servizi di igiene e alimentazione negli stabilimenti industriali;
  • Addetti alla manutenzione stradale;
  • Lavoratori dello spettacolo;
  • Addetti alle pompe del carburante
  • Camerieri e personale di servizio presso ristoranti, alberghi ed esercizi pubblici.

Quando non è possibile accedere al contratto a chiamata

Ci sono alcuni casi nei quali non è possibile avere accesso al contratto a chiamata:

  • Quando si ricopre un incarico di lavoro nella Pubblica Amministrazione;
  • Per sostituire i lavoratori che esercitano il loro diritto allo sciopero;
  • Per assumere lavoratori presso unità produttive in cui nei 6 mesi precedenti si è proceduto a licenziamenti collettivi riguardanti lavoratori addetti alle medesime mansioni a cui si riferisce il contratto di lavoro a chiamata o presso unità produttive in cui ci sono una sospensione del lavoro o riduzione delle ore durante il regime di cassa integrazione guadagni che riguardano lavoratori addetti alle mansioni alle quali si riferisce in contratto di lavoro a chiamata;
  • I datori di lavoro che non hanno eseguito la valutazione dei rischi imposta dalla normativa a protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori.