L’adempimento collaborativo messo a disposizione dei contribuenti da parte del fisco ha cambiato volto con la recente riforma fiscale. Per chi non sapesse di che si tratta, è bene dire che tale strumento consente ai contribuenti italiani di costruire una relazione di fiducia con le amministrazioni fiscali su questioni di rischio.
In poche parole, rende più facile la trasparenza tra fisco e cittadini su casi che possono condurre ad evasione, anche involontaria. L’adempimento collaborativo si rivolge quindi a tutte le aziende che producono grandi ricavi, ma il limite di introiti per accedervi andrà a diminuire. Scopriamo quindi cosa è cambiato nel 2024 a proposito dell’adempimento collaborativo.
Cos’è l’adempimento collaborativo?
Anche detto regime di cooperative compliance, l’adempimento collaborativo è lo strumento introdotto dal fisco per semplificare i rapporti con le imprese che hanno un alto grado di rischio per quanto riguarda il versamento dei tributi allo Stato. Questo regime è stato emanato nel 2015 ed è già in vigore da alcuni anni.
Permette alle attività di dimensioni importanti di relazionarsi con il fisco anche in via preliminare per definire le situazioni potenzialmente soggette a rischio fiscale elevato. Lo scopo è quello di assicurare una maggiore trasparenza tra le società e l’Agenzia delle Entrate poiché la situazione è controllata nel tempo da entrambe le parti.
Il contribuente interessato può scegliere volontariamente di aderire, evidenziando i casi esposti al pericolo di evasione fiscale. Attualmente ci sono dei requisiti per potervi accedere e sono anche previsti dei premi per le aziende più virtuose.
Le novità introdotte dalla riforma fiscale
La riforma fiscale è contenuta del D.Lgs. 221/2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 3 gennaio 2024 ed è entrata in vigore il 18 gennaio. Il decreto presenta delle modifiche al Titoli III del d.lgs. n. 128 del 5 agosto 2015 e va ad introdurre alcuni cambiamenti per le condizioni di accesso e le riduzioni delle sanzioni.
L’obiettivo è quello di potenziare l’adempimento collaborativo, assorbendo i criteri provenienti dalla legge delega per la riforma fiscale. Ecco allora quali sono le principali modifiche:
- Promozione della compliance e trasparenza: il decreto vuole agevolare la conformità fiscale e trasparenza dei contribuenti;
- Sistema certificato di controllo del rischio fiscale: il contribuente deve adottare un sistema certificato di controllo del rischio fiscale (Tax Control Framework – TCF);
- Più controlli preventivi: questo è utile per ridurre il numero di verifiche nelle fasi successive, snellire le procedure ed evitare sanzioni;
- Cambio del limite minimo dei ricavi: la soglia sarà abbassata a 750 milioni di euro, rispetto al precedente limite di un miliardo di euro. Probabilmente il range sarà abbassato ulteriormente nei prossimi anni per ampliare la platea di aspiranti;
- Retroattività: rientrano nella cooperative compliance anche i casi antecedenti al momento nel quale è stato attivato lo strumento;
- Riduzione delle sanzioni amministrative: in precedenza i contribuenti che sceglievano questo strumento fiscale potevano avere sanzioni dimezzate nei casi di violazioni, mentre con la riforma possono essere azzerate del tutto. Ciò non sarà però possibile per le condotte fraudolente gravi;
- Nuovo codice di condotta: andrà a regolamentare doveri e diritti dei contribuenti e dell’Amministrazione;
- Periodo transitorio di osservazione: è stabilito per le violazioni meno gravi e uscire dal regime di adempimento collaborativo.
Queste nuove misure esprimono un approccio di cooperazione tra autorità fiscali e imprese, tentando di bilanciare gli interessi delle aziende con il bisogno di controllare e assicurare il rispetto delle norme fiscali.
Chi avrà accesso all’adempimento collaborativo
Per accedere all’adempimento collaborativo sono necessari specifici requisiti:
- Soggetti residenti e non che hanno un volume di affari di 750 milioni di euro per il 2024. A decorrere dal 2026 la soglia sarà di 500 milioni di euro e dal 2028 sarà di 100 milioni;
- Soggetti che hanno inviato un’istanza di adesione al Progetto pilota sul regime di adempimento collaborativo;
- Società che rispondono all’Agenzia delle Entrate all’istanza di interpello sui nuovi investimenti;
- Soggetti appartenenti al Gruppo IVA di aziende già ammesse a tale strumento, indipendentemente dal volume di introiti.
Con il nuovo decreto andrà ad aumentare l’elenco degli aderenti e al contempo andranno a ridursi le sanzioni nei casi di mappatura preventiva e comunicazione dei rischi fiscali.