Anche per il nuovo anno le regole riguardanti l’imposta IMU dovrebbero rimanere inalterate, mentre le novità che avrebbero dovuto debuttare nel 2024 sono ancora state rinviate al 2025. Infatti, la fase di sperimentazione dell’applicativo per l’elaborazione del prospetto delle aliquote ha fatto emergere delle lacune che ne hanno causato lo slittamento di un ulteriore anno.
La modifica è presente in un emendamento approvato dal Decreto Proroghe n. 132 che giustifica il nuovo rinvio per la mancata considerazione di alcune rilevanti fattispecie secondo cui i Comuni di competenza dovranno provvedere alla diversificazione di tali aliquote.
Cos’è l’IMU?
L’IMU (Imposta Municipale Unica) è una tassa che è stata introdotta per sostituire l’Ici, l’Irpef e le altre addizionali comunali e regionali. È attiva dal gennaio 2012 ed è un’imposta patrimoniale che viene applicata al possesso di fabbricati, da cui sono escluse le abitazioni principali che rientrano in alcune classi catastali, le aree fabbricabili e i terreni agricoli.
L’IMU deve quindi essere pagata dal proprietario, dal titolare di un altro diritto reale (uso, enfiteusi, usufrutto, superficie), dal concessionario per le concessioni di aree demaniali oppure dal locatario che affitta immobili.
È stata ufficialmente istituita nel dicembre 2011 con il Decreto Legge n. 201 ed è disciplinata dall’articolo 13. L’imposta comunale ha dunque abolito il pagamento per la cosiddetta “prima casa” e le aliquote sono calcolate di anno in anno secondo specifica delibera comunale, sempre nel rispetto di criteri nazionali.
Con prima casa si intende l’immobile appartenente alle categorie catastali da A/1 ad A/9 nel caso in cui il proprietario viva abitualmente nella casa e qui abbia la residenza anagrafica. L’IMU deve essere pagata in due rate.
L’acconto ha scadenza il 16 giugno di ogni anno ed è stabilito sulla base dell’aliquota e le detrazioni dell’anno precedente. La seconda rata è il saldo dell’imposta per l’intero anno e deve essere pagata entro il 16 dicembre. Per il pagamento i cittadini possono utilizzare il modello F24, il bollettino postale oppure la piattaforma PagoPa.
Le novità introdotte nel 2023
La Legge di Bilancio (n.197) del 2023 ha introdotto alcune novità a proposito dell’IMU:
- Esonero per gli immobili occupati abusivamente: dal 1° gennaio del 2023 sono esonerati dal pagamento IMU gli immobili non impiegabili o disponibili e per i quali è stata avanzata denuncia alle autorità di giustizia per i reati di cui agli art. 614 o 633 o per la cui occupazione abusiva è stata fatta denuncia o avviata azione giudiziaria penale. In tal caso è necessario dimostrare al Comune il possesso dei requisiti per poter usufruire dell’esenzione;
- Proroga esenzioni per le case dei Comuni colpiti dal terremoto: è stata approvata la proroga delle esenzioni concesse in favore dei fabbricati inagibili dopo gli eventi sismici che hanno colpito Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto nel 2012 e il centro Italia nel 2016;
- La nuova imposta ILIA per il Friuli-Venezia Giulia: esclusivamente per la Regione del Friuli è stata istituita la nuova tassa che sostituisce l’IMU ed è stata chiamata ILIA (Imposta Locale Immobiliare Autonoma). È stata inoltre stabilita la deducibilità dell’imposta dal reddito di lavoro autonomo e d’impresa dal 1° gennaio del 2023;
- Adempimenti relativi a regolamenti e aliquote IMU da parte dei Comuni italiani: secondo l’art. 1 della legge n.160 del 2019 che ha decorrenza dal 2021, i Comuni hanno la facoltà di diversificare le aliquote IMU soltanto riferendosi alle fattispecie indicate dal decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze. In aggiunta, i regolamenti e le aliquote in questione hanno effetto per l’anno di riferimento soltanto se pubblicati sul sito web del Dipartimento delle finanze del MEF entro il 28 ottobre dell’anno stesso. Se non avviene la pubblicazione entro questa data, saranno applicate le aliquote e regolamenti dell’anno precedente.
Il nuovo prospetto delle aliquote fatica a decollare
A fine settembre 2023 ha avuto inizio la sperimentazione del prospetto delle aliquote IMU, con lo scopo di permettere ai Comuni di verificare e testare le novità rese operative dal decreto ministeriale del luglio 2023.
La fase di test ha attuato quanto previsto dalla Legge di Bilancio del 2020 che nell’art. 1 riconosceva agli enti locali la possibilità di differenziare le aliquote secondo le fattispecie del MEF che sono:
- Abitazione principale di classe catastale da A/1 ad A/9;
- Conversione in abitazione principale dell’unità immobiliare posseduta da disabili o anziani;
- Terreni agricoli;
- Fabbricati rurali ad utilizzo strumentale;
- Aree fabbricabili;
- Fabbricati del gruppo catastale D;
- Altri fabbricati.
Tra le casistiche previste dal Ministero però non figurano alcune fattispecie rilevanti, motivo per il quale è stata approvata una proroga delle novità previste per l’IMU di un altro anno. Lo slittamento è stato ufficializzato con un emendamento in sede di conversione del Decreto-legge n. 132.
In ogni caso, per l’approvazione del decreto MEF ci sono voluti molti più dei 180 giorni previsti dall’articolo 1 della legge 160 del 2019. Infatti, sono passati ben 3 anni ed il decreto è stato approvato solo il 7 luglio 2023. Per il debutto del prospetto delle aliquote che doveva entrare in vigore nel 2024 sarà necessario attendere il 1° gennaio 2025, salvo ulteriori rinvii.