Le ragioni per andare a vivere all’estero possono essere numerose, tra cui migliori opportunità lavorative, meno tasse, più libertà, un Paese più adatto alla propria visione della vita e così via. Indipendentemente da quale sia il motivo alla base della decisione di trasferirsi, essere un espatriato comporta diverse complessità, come ottenere documenti personali, visti e altro.
Quando però si parla di persone che hanno spostato la propria vita all’estero si tende a confondere concetti importanti quali residenza e cittadinanza. Si tratta di due cose distinte e separate che spesso vengono utilizzate come sinonimi.
Entrambi si riferiscono allo status della persona rispetto ad uno Stato o giurisdizione, ma sono due termini diversi. Proviamo quindi a capire le principali differenze tra cittadinanza e residenza, soprattutto per quanto riguarda la pianificazione fiscale.
Che cos’è la cittadinanza?
La cittadinanza è l’appartenenza di un individuo ad uno Stato, con diritti e doveri che questa relazione comporta. Tra i diritti rientrano quelli politici, ovvero il diritto di voto e la possibilità di rivestire pubblici uffici; tra i doveri ci sono quello di fedeltà e l’obbligo di difendere lo Stato nei limiti e modi fissati dalla legge.
Dunque, si tratta di uno status politico e legale di una persona all’interno dello Stato che conferisce diritti e doveri specifici. La cittadinanza può essere ottenuta per nascita (ius soli), attraverso il matrimonio o la naturalizzazione e ciascun Paese definisce dei requisiti per poter avere la cittadinanza.
Quest’ultima offre molti vantaggi, come appunto il diritto di voto, l’accesso alle prestazioni socio-assistenziali, viaggi con passaporto e protezione da parte del governo. Tra i criteri per poter avere diritto alla cittadinanza di solito ci sono la durata della residenza nel Paese e la conoscenza della lingua e della cultura locale.
A disciplinare il tema della cittadinanza è la Legge n. 91/92. Secondo tale legge, acquisiscono la cittadinanza italiana alla nascita le persone i cui genitori (anche solo uno dei due) siano cittadini italiani (art. 1, co. 1, lett. a). Questa è la modalità di acquisizione conosciuta come cittadinanza jure sanguinis.
Secondo l’ordinamento giuridico italiano è possibile anche il criterio dello jus soli che si prevede in via residuale e per alcuni casi particolari:
- Le persone che nascono sul suolo italiano e i cui genitori sono ignoti o apolidi (art.1, co.1, lett. b);
- Le persone che nascono sul suolo italiano e che non possono ottenere la cittadinanza dei genitori poiché la legge del loro Paese di origine esclude che il figlio nato all’estero possa avere la loro cittadinanza ((art.1, co.1, lett. b);
- I figli di persone ignote che, dopo abbandono, vengono ritrovati in territorio italiano e per i quali non si può dimostrare il possesso di un’altra cittadinanza.
La cittadinanza in Italia può essere acquisita anche attraverso riconoscimento della filiazione da parte di madre o padre cittadini italiani o dopo l’accertamento giudiziale della sussistenza della filiazione. L’ottenimento della cittadinanza in questi due casi è automatico per i figli minorenni, mentre i figli maggiorenni mantengono la propria cittadinanza, ma possono avere la cittadinanza tramite filiazione grazie ad una specifica dichiarazione da presentare entro un anno dal riconoscimento oppure dalla dichiarazione giudiziale di filiazione.
Cos’è la residenza?
La residenza rappresenta il luogo nel quale un individuo è fiscalmente domiciliato o residente e può definire l’obbligo di pagare le tasse in un particolare Paese. Di solito, la residenza fiscale si basa sul lasso di tempo trascorso in un Paese e su altri elementi quali luogo di dimora abituale, legami familiari e attività economica.
La residenza indica lo stato giuridico di coloro che risiedono un posto specifico, assicurando loro il diritto di vivere e lavorare senza cittadinanza. Secondo il Paese, la residenza può attribuire alcuni vantaggi, come l’assistenza sanitaria, opportunità di lavoro, proprietà immobiliari, istruzione e occasioni di investimento.
Inoltre, la residenza può essere permanente o temporanea e può presentarsi sotto diverse forme, tra cui permessi o carte di soggiorno temporanee. Per conseguire la residenza gli interessati devono presentare la documentazione necessaria, avere competenza linguistica, soddisfare i criteri finanziari e il controllo dei precedenti.
Ai fini fiscali sono considerati residenti le persone fisiche che per la gran parte del periodo d’imposta rientrano nei seguenti requisiti:
- Sono iscritte alle anagrafi della popolazione residente;
- Hanno residenza in Italia (dimora abituale);
- Hanno domicilio in Italia (il domicilio è il luogo nel quale la persona ha fissato la sede principale dei suoi affari).
La residenza anagrafica sancita dal codice civile però differisce da quella fiscale regolata dal TUIR ed è in questo che si fa spesso confusione. Quindi dal punto di vista fiscale se si verifica anche solo una delle tre condizioni sopra citate si sarà considerati fiscalmente residenti in Italia.
Differenze tra residenza e cittadinanza
Cittadinanza e residenza fiscale sono due concetti diversi che non coincidono. Infatti, la cittadinanza attribuisce la nazionalità di uno Stato, mentre la residenza fiscale stabilisce il luogo nel quale una persona è soggetta all’imposizione fiscale. Un individuo può dunque essere cittadino di un Paese, ma al contempo risiedere in un altro Stato o viceversa.
Basti pensare al caso di un cittadino italiano che vive stabilmente in un’altra nazione ed è iscritto all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero). Questa persona resta cittadino italiano, ma sarà fiscalmente residente all’estero, avendo spostato il centro dei suoi interessi all’estero.
Ci sono poi Paesi che hanno definito un sistema di tassazione basato sulla cittadinanza. In tali casi il concetto di cittadinanza influisce anche ai fini fiscali. Ecco allora quali sono le più importanti differenze tra cittadinanza e residenza:
- Status legale: la cittadinanza conferisce uno status legale e politico con diritti e doveri; la residenza è inerente soprattutto agli aspetti fiscali;
- Acquisizione: la cittadinanza si acquisisce per nascita, matrimonio o naturalizzazione; la residenza è determinata dalla dimora fisica e dal periodo di tempo passato in un certo posto;
- Permanenza: la cittadinanza è permanente; la residenza fiscale può modificarsi nel tempo secondo le circostanze di vita personali;
- Diritto e privilegi: la cittadinanza assicura diritti politici (diritto di voto, accesso ai servizi pubblici…); la residenza fiscale può avere influenza sugli obblighi fiscali, diritti di residenza nel Paese e agevolazioni fiscali.