Il Reddito di Libertà non è altro che una misura di carattere economico che ogni mese viene corrisposta per un anno alle donne che sono vittime di violenza e che vivono in situazioni di difficoltà.
Anche per il 2023 il provvedimento è stato confermato dal governo Meloni e la domanda può essere inoltrata all’INPS tramite i Comuni. Il sussidio sarà erogato alle donne con o senza figli che non godono di un’indipendenza economica e tale prestazione è comunque compatibile con Reddito di Cittadinanza e altre forme assistenziali.
Ecco come funziona nel dettaglio il Reddito di Libertà, quali requisiti sono necessari per potervi accedere e come richiederlo.
Cos’è il Reddito di Libertà
Il Reddito di Libertà è una tipologia di sussidio economico-assistenziale che viene riconosciuto alle donne vittime di violenza ed è stato istituito per assicurare e favorire la loro indipendenza economica, emancipazione e partecipazione a percorsi di autonomia per coloro che sono in condizioni di povertà.
Inoltre, tale assegno ha l’obiettivo di rimediare alle gravi difficoltà economiche causate dalla pandemia da Covid-19 verso una categoria sociale già così provata e disagiata.
Il Reddito di Libertà è stato varato con il Decreto Rilancio ed è stato reso ufficiale dal DPMC del 17 dicembre 2020 con un apposito fondo denominato Fondo per il Reddito di Libertà per donne vittime di violenza contenuto nella Legge di Bilancio 2023. Il fondo ha stanziato la cifra di 1.850.000 euro.
Tali risorse sono state distribuite alle Regioni secondo il numero di abitanti donne con uno specifico provvedimento. Inoltre, con il messaggio n. 1053 del 7 marzo 2022, l’INPS ha chiarito che i fondi economici forniti dallo Stato alle Regioni e province autonome possono essere incrementati dagli stessi enti.
I requisiti per richiedere il Reddito di Libertà
Possono fare istanza di Reddito di Libertà tutte le donne vittime di violenza, sole o con figli minori a carico, che siano già seguite da centri antiviolenza ufficialmente riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali. Le donne devono quindi essere in possesso dei seguenti requisiti:
- Essere residenti in territorio italiano;
- Essere cittadine italiane o comunitarie. Se hanno cittadinanza di uno Stato extracomunitario, devono possedere regolare permesso di soggiorno;
- Aver iniziato un percorso di allontanamento dalla violenza presso centri antiviolenza accreditati da Regioni e servizi sociali;
- Devono essere in una grave condizione di vulnerabilità e povertà e in situazione di urgenza e bisogno certificata dal servizio sociale di riferimento sul territorio che si sta occupando della persona interessata.
In che modo funziona il Reddito di Libertà
Come già detto, il Reddito di Libertà può essere erogato dall’INPS alle donne oggetto di violenza con un importo di 400 euro mensili per un periodo massimo di 12 mesi. Il messaggio INPS n. 4132 del 24 novembre 2021 va a disciplinare le modalità di erogazione del sussidio economico.
La prestazione assistenziale viene riconosciuta ed erogata con lo scopo di dare sostegno economico e garantire alle donne vittime di abusi la possibilità di raggiungere l’autonomia abitativa, un percorso scolastico per i figli minori e un’autonomia personale dopo episodi di violenza.
I fondi messi a disposizione sono quindi affidati agli enti locali, ovvero ai Comuni che rispondono alle singole Regioni. Nel decreto è poi spiegato in modo chiaro che il Reddito di Libertà è compatibile con altre forme assistenziali come il Reddito di Cittadinanza e altre misure che offrono assegni a favore dei figli a carico oppure altri sussidi a sostegno del reddito, quali CIG, NASpI e così via.
Il contributo è comunque esente dall’imposta sul reddito delle persone fisiche poiché è erogato da un ente pubblico a titolo assistenziale. Infine, l’INPS è tenuta alla verifica e controllo della sussistenza dei requisiti per avere diritto al Reddito di Libertà. Nel caso in cui tali criteri dovessero venire meno, l’ente previdenziale avrà la facoltà di revocare l’assegno.
Come fare domanda per il Reddito di Libertà
La richiesta per il Reddito di Libertà deve essere presentata nella Regione di residenza o domicilio tramite gli sportelli comunali e secondo le apposite scadenze sancite da questi enti. Comuni e provincie autonome dovranno successivamente inviare le domande all’INPS.
Per rendere più facile la trasmissione telematica all’INPS, da novembre 2021 è stata creata una piattaforma di collegamento con i Comuni italiani.
Al momento dell’acquisizione della domanda, il servizio comunale eseguirà dei controlli sull’esattezza dei dati forniti. Alla fine, il tutto sarà inviato e registrato sul sistema informativo dell’INPS e sarà emessa una ricevuta da restituire alla persona interessata.
L’articolo 3 del decreto-legge stabilisce che la richiesta debba essere accompagnata da una dichiarazione firmata dal rappresentante legale del centro antiviolenza che ha in carico la donna, così da attestarne il percorso di emancipazione.
In aggiunta, sarà necessario allegare una certificazione inerente alla condizione di povertà accertata dai servizi sociali. Per finire, le istanze non accettate per mancanza di budget potranno comunque essere accolte in una fase successiva.